ragazzo che si trasferisce all'estero

Vivere all’estero ti ha stancato? Parliamo di burnout

Sto cambiando paese per la quarta volta nella mia vita. Ogni volta ho sentito l’adrenalina dell’inizio, l’entusiasmo della scoperta, la voglia di ricominciare. Ma, insieme a tutto questo, ho conosciuto anche la solitudine, la fatica di adattarsi, il senso di smarrimento.
Sì, anch’io ho sperimentato alcuni dei sintomi di cui parlerò in questo articolo.
Ed è anche per questo che posso dire con sincerità: capisco profondamente quello che vivono i miei clienti quando mi raccontano di sentirsi esausti, confusi o “fuori luogo” vivendo all’estero.

Questo articolo nasce proprio da lì: dall’incontro tra la mia esperienza personale e professionale, per aiutare chi si sente stanco di vivere all’estero e magari non ha ancora trovato le parole per dirlo e da vivendo un burn out da vivere all’estero.

Ragazzo con burn out da vivere all'estero

Le radici invisibili del burnout all’estero

Il burnout da vivere all’estero non nasce da un giorno all’altro. Si costruisce lentamente, in modo subdolo, spesso senza che ce ne accorgiamo. E per chi vive all’estero, ci sono fattori specifici che lo alimentano:

🔸 Sovraccarico emotivo e mentale

Imparare una lingua nuova, affrontare la burocrazia, ricostruire una vita da zero… Tutto diventa una prestazione continua. Anche andare a fare la spesa o prenotare un medico può diventare estenuante. Spesso manca lo spazio per fermarsi e sentire come stai davvero.

🔸 Solitudine e mancanza di supporto

Essere lontani dalla famiglia, dagli amici di sempre, dalla propria lingua madre… crea un vuoto che nemmeno le connessioni sociali digitali possono colmare. Il senso di solitudine può aumentare anche se sei circondato da persone, perché magari manca qualcuno con cui ti senti veramente visto.

🔸 Aspettative irrealistiche

Molti partono per l’estero con il sogno di ricominciare, di “farcela”. Ma queste aspettative a volte diventano una gabbia invisibile, che impedisce di chiedere aiuto o di ammettere che ci si sente persi. “Non posso mollare ora”, “Non posso deludere chi mi guarda da lontano”… e così il peso aumenta.

🔸 Senso di non appartenenza

Anche dopo anni, potresti sentirti “ospite”, “fuori posto”, o mai del tutto integrato. Micro-esclusioni, differenze culturali, barriere linguistiche… tutto contribuisce a quella sensazione sottile di non essere mai veramente “a casa”.


I sintomi del burnout tra expat, studenti e nomadi

Il burnout non si manifesta solo con stanchezza fisica. I segnali principali sono emotivi, cognitivi e comportamentali. Alcuni campanelli d’allarme

  • :Affaticamento cronico e disturbi del sonno: Dormi poco o male, ti svegli già stanco, il tuo ritmo sonno-veglia è sballato.
  • Irritabilità, apatia, disillusione: Ti accorgi che niente ti entusiasma più, hai meno energia per le relazioni, diventi cinico o stanco di di doverti impegnare per fare nuove amicizie.
  • Difficoltà a concentrarti o a prendere decisioni: Anche le cose semplici richiedono uno sforzo mentale enorme.
  • Fuga o evitamento: Netflix non-stop, cibo spazzatura, procrastinazione, e il desiderio crescente di “mollare tutto”.

In casi più gravi, può emergere anche ansia, depressione o sintomi psicosomatici. Purtroppo, chi vive all’estero tende spesso a minimizzare questi segnali, per “non darla vinta” o per paura di deludere.

Nel mio lavoro, sento spesso dire: “Pensavo fosse solo un momento no. Poi mi sono reso conto che durava da mesi.”


Perché vivere all’estero può diventare insostenibile

All’esterno tutto può sembrare perfetto: nuove esperienze, viaggi, opportunità. Ma dentro si può vivere un carico emotivo enorme. Spesso non c’è tempo o spazio per elaborare davvero i cambiamenti. A volte manca anche il permesso di stare male. “Dovrei essere felice, sono in un posto bellissimo” — e invece ci si sente vuoti.

In più, chi cambia spesso paese (come nel mio caso) può vivere una forma di stanchezza migratoria, un logoramento progressivo fatto di addii, nuovi inizi, instabilità, e senso di frammentazione identitaria.

ragazzo che si trasferisce all'estero

Strategie per prevenire e affrontare il burnout

Il primo passo è riconoscere e legittimare ciò che stai vivendo. Non sei “debole” se ti senti stanco. Vivere in un altro paese, spesso da solo, è una sfida enorme. Ecco alcune strategie concrete:

  • Torna al corpo: Il burnout si combatte anche con il corpo, non solo con la mente. Dormi, mangia in modo regolare, muoviti. Se puoi, ritagliati momenti nella natura o pratiche di grounding come esercizi di mindfullnes e respirazione.
  • Cerca supporto psicologico: Un terapeuta che comprende le dinamiche del vivere all’estero (idealmente in una lingua che parli bene) può aiutarti a rielaborare la tua esperienza. Esistono molti psicologi online specializzati in expat e nomadi.
  • Riduci le pressioni: Metti in discussione le aspettative interiorizzate. Non devi “dimostrare niente a nessuno”. Se serve, rallenta, cambia ritmo, fai un passo indietro.
  • Coltiva micro-connessioni: Non sottovalutare l’importanza di una chiacchierata con il barista, un corso di yoga in presenza, o una community online che condivide la tua esperienza.

Infine, considera che non è obbligatorio restare. A volte, mollare l’estero non è un fallimento, ma un atto di cura verso se stessi. Tornare a casa, o cambiare paese, può essere una scelta di salute mentale.


Quando tornare non è fallimento, ma guarigione

Decidere di tornare, cambiare paese, o anche solo fare una pausa, non significa fallire. Significa ascoltarsi. Significa scegliere la salute mentale, la coerenza interiore, il rispetto per i propri limiti. A volte il vero coraggio non è restare a tutti i costi, ma riconoscere che stai chiedendo troppo a te stesso.


Conclusioni

Vivere all’estero può essere un’esperienza meravigliosa, ma anche profondamente faticosa. Il burnout non è un segno che hai sbagliato tutto: è solo un segnale che hai bisogno di ascoltarti. Prendersi cura di sé non significa rinunciare ai propri sogni, ma renderli sostenibili. E a volte serve anche cambiare rotta, per ritrovare sé stessi.

💬 Ti sei riconosciuto in queste parole?

Se vivi all’estero e senti che qualcosa dentro di te si è spento, non ignorarlo. Il burnout si può attraversare – e superare – con gli strumenti giusti.
💻 Lavoro online con expat, studenti e nomadi digitali.
📩 Contattami per una consulenza, anche solo per capire se questo è il momento di chiedere aiuto.


Takeaways

  • Il burnout può colpire anche chi vive in un luogo bellissimo o fa il lavoro dei suoi sogni.
  • Le cause sono spesso invisibili e legate a isolamento, pressioni interne, fatica culturale.
  • I segnali vanno ascoltati subito: apatia, insonnia, disconnessione, cinismo.
  • Chiedere aiuto non è debolezza. Esistono terapeuti e community che possono supportarti.
  • Non sei obbligato a restare dove sei, se ti sta facendo male.

Risorse utili per chi vive all’estero

🎧 Podcast:

  • Expat Life Stories
  • The Mindful Expat

📚 Libri:

  • The Art of Coming Home – Craig Storti
  • Third Culture Kids – David C. Pollock

🌍 Supporto psicologico online:


Fonti e approfondimenti

  • American Psychological Association (APA) – “Burnout and Stress: What You Need to Know”
  • World Health Organization (WHO) – ICD-11 Classification of Burnout
  • Lisa Feldman Barrett – How Emotions Are Made
  • Pico Iyer – The Art of Stillness: Adventures in Going Nowhere
  • Expat Nest – Therapy for Expats and Global Nomads: www.expatnest.com
  • Nomads Giving Back – Community e risorse per nomadi digitali in difficoltà

Serena Lomuscio

“Credo nell’importanza della relazione terapeutica e cerco di instaurare un rapporto di fiducia e ascolto attivo con i miei pazienti. Sono qui per aiutare le persone a superare i loro problemi, fornendo loro gli strumenti necessari per far fronte alle situazioni difficili e migliorare il loro benessere psicologico ed emotivo.”